Stasera mentre facevo 60 vasche da 25 metri, stile stile
stile rana stile stile stile dorso e così via senza pausa all’aperto con tutta
la corsia per me, ripensavo alla mia
svolta in acqua.
Era il lontano 2005 e mi trovavo in ferie in Egitto quando ho realizzato che era assurdo guardare
quel mare cristallino ed essere idrofobica.
Durante l’escursione in barca, fatta esclusivamente per amicizia, mi trovai in un’isola sdraiata
sul telo mare tutta impomatata sotto i raggi del sole cocente a farmela
passare. Mentre gli altri facevano snorkeling fra coralli e pesci colorati io leggevo “Veronica decide di morire” consigliatomi da
varie persone ma da me non apprezzato al punto dal pensare di voler morire
assieme a Veronica.
Sarà stata quella
lettura a far si che nel pomeriggio, durante l’esplorazione in mare
aperto,mi lanciassi dalla barca con il
giubbotto salvagente. Io che per una vita avevo affrontato il mare al massimo fino alle ginocchia mi ero lasciata
trasportare dalle onde. Sembravo un
cimice che cade sul dorso e si dimenaper recuperare la posizione senza riuscirci e con un terrore tale che mi
ha spinto a levare i piedi a mollo il prima possibile ma con la voglia, una
volta tornata, di provarea imparare a
nuotare
Del 2008 c’è una bellissima foto che mi vede sola in mezzo
al mare. La mia amica, la stessa che mi aveva fatto salire sulla barca, mi disse
mentre sguazzavamo pacificamente in altre acque:” Lo sai che qui non tocchi più?”
le sorrisi e lei corse fuori per immortalare quell’evento storico.
Quella paura oggi si è trasformata in un mio hobby, forse è stata la prima volte in cui ho realizzato che non mi piace stare a bordo piscina o strada a fare da spettatrice.
Domenica scorsa ho partecipato alla manifestazione podistica
StraVerona.
Niente cuffie nelle orecchie, niente io e miei pensieri,
niente io sola con la strada, ero io e circa altre 20.000 persone.
Ho scelto il percorso medio da 13 km ma i ristori devono essersene mangiato uno perché Gingillo, il mio
orologio con gps, ne ha misurati 12 di
km.
I primi 6 km li ho fatti in compagnia di un'amica aumentando il mio
ritmo sulle lunghe distanze lei
diminuendo il suo, mi riusciva pure di parlare. Dopo il sesto km ci siamo
separate con ognuna il suo passo esattamente dove iniziava la parte in ascesa:
devastante.
Io sono contenta, tutti i tratti dove potevo correre li ho fatti
correndo, le salite fra gradinate e stradine abbastanza strette per tutta
quella gente permettevano solo di camminare e non sarei comunque riuscita a
fare diversamente.
Non mi sono fermata ai ristori e stranamente non sono
arrivata con il fiatone. Sono arrivata galvanizzata, mi sono
divertita a correre fra i monumenti della mia città.... e pensare che gli anni scorsi avevo in mente solo il gran premio del Mugello da passiva e mai immaginato a una cosa del genere da attiva: questo è il frutto dell'incoerenza ;)